Nella chiesa di San Castrense di Monreale si prega per le vittime delle alluvioni

Monreale (PA) – Nella chiesa di San Castrense di Monreale si prega per le vittime delle alluvioni. «L’iniziativa promossa dallo staff di Presidenza del Parlamento della Legalità Internazionale ha trovato ampia disponibilità da parte di Don Antonio Crupi e dalla Comunità ecclesiale di San Castrense di Monreale:incontrarsi insieme intorno all’altare per celebrare una S. Messa in suffragio di tutte le vittime delle alluvioni ricordando anche il medico Giuseppe Liotta che non si è sottratto dal suo servizio e anche col diluvio è andato (o pensava di arrivare) al suo posto di lavoro in ospedale,

Foto di gruppo

dove però ha incontrato la morte tra valanga di acqua e fango. Ad animare la liturgia Nicolò Mannino e Salvatore  Sardisco, rispettivamente presidente e vice presidente di questo movimento culturale interconfessionale ma di taglio cristiano-mariano. Più volte don Antonio Crupi ha menzionato il Parlamento della Legalità Internazionale pregando per questo movimento presente su tutto il territorio nazionale, e l’ha fatto anche durante la preghiera dei fedeli. Tantissimi i partecipanti alla celebrazione Eucaristica.

In prima fila Nicolò Mannino e Salvatore Sardisco, la dirigente scolastica Beatrice Moneti che ha già insediato due ambasciate del Parlamento della Legalità Internazionale nelle due scuole da lei coordinate: l’Ambasciata dell’Armonia all’Istituto Comprensivo “Antonio Veneziano”, e l’Ambasciata dell’Accoglienza, all’Istituto “Francesca Monrvillo”. Tanti docenti e genitori, religiosi e giovani. Tutti per pregare per le vittime dell’alluvione che ha azzerato una famiglia presso il Comune di Casteldaccia, ma anche per chi piange e soffre in modo silenzioso e non trova pace. Prima della conclusione della Celebrazione don Antonio Crupi ha dato la parola a Nicolò Mannino che ha precisato: “La vita è un dono da vivere sempre con lo sguardo nel presente, nell’azione a favore dei più poveri dando solidarietà, perdono e amore. Siamo come l’erba dei campi – ha concluso Nicolò Mannino – ma è importante non arrendersi e avere la certezza che dinnanzi al Creatore presenteremo la nostra vita nuda e cruda non i titoli e l’arroganza che uccide l’anima”. Il tutto è stato animato da una corale giovanile che ha indotto tutti al raccoglimento e alla preghiera». 

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