"Croce del Riscatto e del Perdono" nel Giardino della Memoria

A 21 anni dal grido accorato di San Giovanni Paolo II ad Agrigento: “Convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio”, è stata posta la "Croce del Riscatto e del Perdono" nel Giardino della Memoria, dove la mafia ha sciolto nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo, il "bambino che sognava i cavalli".

La Croce tabernacolo è stata donata dai bambini del Centro Studi Parlamento della Legalità del Comune di Apricena (FG), grazie all'impegno culturale del Presidente Nicolò Mannino e rappresenta un segno di speranza, della vittoria del bene sul male, della giustizia sull’ingiustizia, della pace sull’odio e sulla violenza. "È un dono significativo - spiega Mannino - che segue la consegna di un calice d'oro che simbolicamente raccoglie il sangue innocente versato nella valle dello Jato dalle vittime della mafia" Soprattutto è molto importante per la mamma di Giuseppe, Franca Castellese, che detenendo le chiavi del Giardino, potrà andare anche li a pregare, a piangere e a sperare. Alla made è giunto un messaggio di saluto e vicinanza da parte del Presidente Napolitano, che ha ricordato il sacrificio del piccolo Giuseppe Di Matteo, «vittima innocente di un atroce atto mafioso».

Per la prima volta, in quel luogo di morte e di dolore, è stata celebrata una Messa. A presiederla l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi, che ha espresso "la più dura condanna per chi ha commesso questo atroce delitto che denota la mancanza del timore di Dio e dei valori morali fondamentali a partire dalla la sacralità della vita umana e dal rispetto degli elementari diritti dei bambini". Ha proseguito poi affermando "noi siamo sicuri che il piccolo Giuseppe, come i santi innocenti uccisi da Erode, è un fiore meraviglioso nel giardino di Dio, è una nuova stella che brilla nel firmamento del cielo, è nel cuore di Dio ricco di misericordia circondato dagli angeli e i santi. La Croce è stato il luogo dove sembrava che Cristo venisse sconfitto: ma Cristo è stato vittorioso!". “Questa celebrazione eucaristica - ha evidenziato il presule - vuole esprimere il nostro profondo dolore, la nostra vicinanza alla signora Franca e a tutti i genitori delle vittime innocenti della criminalità mafiosa, ma anche la nostra speranza nella sconfitta della cultura della morte e dell’affermarsi della cultura della vita”.

Il 9 maggio 2014 segnerà per sempre un giorno indimenticabile, dipinto a colori dal sorriso e della voglia di riscatto. Un lungo corteo è partito dalla sede nazionale del Parlamento della Legalità, nel Comune di San Cipirello (PA), insieme ai tanti bambini delle Scuole di Torretta e Monreale, con autorità civili e militari, sulle note della banda musicale che ha accompagnato l'intera cerimonia, intonando l'Inno di Mameli, proprio dove sembrava che lo Stato avesse fallito e che oggi è invece così presente. Il Ministero Università e Ricerca ha infatti inviato il Prof. Andrea Bordoni, a ricordare l'impegno Istituzionale e l'interesse per una nuova cultura a difesa della vita e della Legalità.

Momenti commuoventi hanno scandito ogni attimo, a partire dalla benedizione della Croce, brividi di emozioni durante la lettura delle preghiere dei fedeli e un saluto affettuoso di Alessandra, una splendida e solare bambina che, pur essendo testimone di Geova, ha voluto partecipare ed essere presente insieme a tutti gli altri compagni di scuola, perchè come ha ricordato il Prof. Mannino "l'Amore per la Vita e la Legalità non hanno religioni".

verso il giardino dentro il giardino al giardino